Nella tradizione Modenese, la batteria era una dote nuziale
Con il termine batteria si fa riferimento al tradizionale insieme di botti, di dimensioni decrescenti, che ancora oggi viene utilizzato per creare l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP.
Storicamente però, la batteria era anche un dono per celebrare la nascita di una figlia: alla nascita di una bambina si iniziava una nuova batteria, che veniva poi custodita per diventare la dote per il matrimonio della piccola nel giro di qualche decennio.
Il segreto per un sapore perfetto? Una pietra
La tradizione vuole che per mantenere delicatamente sigillata ogni botte di legno, garantendo un sapore perfettamente bilanciato all’oro nero contenuto al suo interno, sopra ad ognuna di esse fosse posta una pietra del fiume Panaro.
L'arte dell'assaggio è tutta nel cucchiaio (o nella mano)
Al momento dell’assaggio, un cucchiaio di metallo è assolutamente da evitare. Secondo gli esperti, infatti, questo potrebbe influenzare il gusto, mentre il cucchiaio ideale dovrebbe essere in ceramica.
Se non riesci a trovarne uno non preoccuparti: un altro metodo collaudato è versarne qualche goccia sul dorso della mano, tra pollice e indice. Qui il calore della pelle permetterà di esaltare i sapori del prezioso liquido durante l’assaggio.
Tutto sta nella bottiglia
Per l’imbottigliamento dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è consentita una sola forma: l’iconica forma a tulipano rovesciato progettata da Giorgetto Giugiaro, uno dei più grandi designer italiani e creatore delle linee di alcune delle auto Italiane più famose di sempre.
Ci vuole molta pazienza per chiamarsi Extravecchio
L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è il risultato di un lungo invecchiamento che deve durare almeno 12 anni: niente a che vedere però con il nostro Extravecchio, che riposa in botte per almeno 25 anni prima di essere imbottigliato. Fortunatamente però, vale davvero la pena aspettare...